La guerra è una cosa semplice
Semplifica la vita
Giustifica la morte, prematura
Un buon motivo
Una buona guerra
E poi
La sana economia di guerra
Niente riesce ad essere così conveniente, trasversale nei settori produttivi ed economici e utile per la disoccupazione come una bella guerra
E il clima
Il clima di guerra è elettrizzante
Ci si mobilita, si coopera tutti insieme per un obiettivo, forse non più comune ma se anche ognuno il proprio, viene bene lo stesso
E poi le guerre sono varie
E la guerra umanitaria
E quella coloniale
E quella terroristica contro il terrorismo
E quella per le risorse
E la guerra per le tecnologie
E …
La guerra la valutiamo come un tratto antropologico, non ci sono domande da farsi, ma solo conseguenze da trarre. Non esiste un percorso diverso, ma solo un diverso approccio allo stesso percorso
Che ha un fine molto preciso
l’annientamento dell’altro
dell’altrui istanza
dell’altra possibilità
non è un caso che l’avvento globale delle religioni monoteistiche sia concomitante all’avvento globale delle guerre sistemiche
nessun altro, all’infuori di me
uno solo al comando
Per ora vorrei solo riuscire a comprendere come mai tanti uomini, tanti villaggi e città, tante nazioni a volte sopportano un tiranno che non ha alcuna forza se non quella che gli viene data, non ha potere di nuocere se non in quanto viene tollerato e non potrebbe far male ad alcuno, se non nel caso che si preferisca sopportarlo anziché contraddirlo.
(Étienne de La Boétie)
Ancora per quanto tempo vogliamo lasciarci comandare da esseri e entità inutili e dannose all’intero pianeta, siano esse comunità umane, animali, vegetali, minerali?
Di che cosa ha bisogno il generale che va in guerra?
Dei soldati
Quante risorse continuiamo a fornire a lor signori?
quanto tempo? quanta energia?
Nell’equazione della conservazione dell’energia sottrarsi vale poco, sottrarre vale di più, immettere l’energia cinetica che sposti l’asse del conosciuto e immutabile pensiero, ancora di più
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